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al testo di Gil
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Quante notti ci portiamo nelle tasche luci elettriche formano un cielo di promesse angoli bui crocevia di cupezza disgraziata e muti echi di dolenti solitudini dentro case dinenticate dal futuro. Camminiamo sul bordo di un vuoto che dischiude ciò che resta di noi mentre un po' magi ancora osserviamo il cielo e ai nostri incerti passi consegniamo l'ultima poesia scritta con l'inchiostro d'un caffè dentro un bar. |
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